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Marco Monsurrò, Presidente di Generazione Distribuita - Motori, Componenti e Gruppi Elettrogeni federata ANIMA Confindustria, spiega perché DPE è l’evento a cui non si può non essere presenti.

 

Chiarisce, inoltre, il ruolo della generazione distribuita per realizzare il sistema energetico del domani.

 

1. Cosa rappresenta, secondo lei, DPE –  International Electricity Expo e perché è importante partecipare?

DPE è un importante momento di incontro e di dialogo per gli attori della filiera elettrica. Oltre a consentire la circolazione del know how, grazie alla presenza degli esperti e delle imprese più innovative del settore, la fiera è anche l’occasione per fare il punto sull’evoluzione normativa e sui tavoli di lavoro attivi a livello europeo in merito alla visione strategica della transizione energetica, cosa che costituisce un valore aggiunto per un’associazione come Generazione Distribuita.


2. Quale ruolo ricopre l'industria dell'hardware elettrico per la transizione energetica e quale contributo può portare nella realizzazione del sistema energetico del futuro? 

Nel quadro della transizione energetica che stiamo vivendo, l’elettricità è stata definita come standard di vettore energetico. In quest’ottica, possiamo immaginare che l’energia elettrica sarà sempre più capillarmente diffusa e, pertanto, un ecosistema di generazione, trasmissione e distribuzione moderno ed efficiente è un prerequisito indispensabile. Non è pensabile, infatti, la transizione verso la generazione sostenibile di energia elettrica senza una infrastruttura adeguata. 


3. Quali sono, a suo parere, le prime 3 azioni da adottare per costruire una rete più moderna, flessibile e sicura, in grado di rispondere alla crescente domanda di energia e alle nuove esigenze del mercato?

Per poter immaginare una rete moderna e sicura, il primo passo sarebbe quello di definire e monitorare standard minimi di servizio su tutto il territorio nazionale. Ci sono ancora troppe aree del nostro paese nelle quali l’erogazione di energia elettrica, in termini di continuità e qualità, è sotto la soglia minima dei paesi industrializzati, con enormi penalizzazioni in termini di possibilità di sviluppo.

Dopodiché, una volta perequato il livello di servizio su tutto il territorio nazionale, proseguire il lavoro del TSO verso la maggiore integrazione tra le diverse fonti energetiche, inserendo investimenti specifici in sistemi di accumulo e, lato DSO, in Smart Grid. Tutto ciò, con la premessa che l’infrastruttura fisica di generazione, trasmissione e distribuzione sia tenuta efficiente e continuamente ammodernata.

In ultimo, ma non da meno, credo sia necessario un incremento degli investimenti in soluzioni avanzate di sicurezza informatica, per proteggere la rete elettrica da minacce cibernetiche. La crescente digitalizzazione delle reti di trasmissione e distribuzione avanzate, infatti, rende necessario proteggere i dati e sistemi critici da attacchi informatici.


 

Quale ruolo ricopre la generazione distribuita per la transizione energetica? E perché DPE è l’evento da non perdere?


Lo abbiamo chiesto a Marco Vecchio, Segretario di ANIE Automazione e ANIE Energia.

 

1. Cosa rappresenta, secondo lei, DPE –  International Electricity Expo e perché è importante partecipare?

DPE rappresenta un’occasione unica per apprezzare in uno spazio espositivo esclusivo la filiera delle tecnologie elettroniche ed elettrotecniche che contribuiscono allo sviluppo della rete. Partecipare significa, quindi, potersi confrontare con gli esperti dell’infrastruttura elettrica e poter apprendere le principali innovazioni tecnologiche e regolatorie del sistema elettrico con uno sguardo anche al futuro della grid.


2. Quale ruolo ricopre l'industria dell'hardware elettrico per la transizione energetica e quale contributo può portare nella realizzazione del sistema energetico del futuro? 

Generazione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica avvengono attraverso componenti evoluti in grado di abilitare la transizione energetica gestendo una domanda in aumento con una infrastruttura che deve essere sempre più resiliente. Non esiste evoluzione delle rinnovabili senza infrastrutturazione della rete e senza portare intelligenza nella rete. La generazione distribuita, concetto chiave in questa transizione, non può pertanto prescindere dall’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.


3. Quali sono, a suo parere, le prime 3 azioni da adottare per costruire una rete più moderna, flessibile e sicura, in grado di rispondere alla crescente domanda di energia e alle nuove esigenze del mercato?

a) Maggiore pianificazione in termini di definizione della geografia dei nuovi impianti di generazione da fonti rinnovabili. Bisogna conoscere meglio dove si possono fare gli impianti e anche semplificare la burocrazia.
b) Maggiore coordinamento tra i DSO e il TSO nazionale in termini di razionalizzazione delle nuove installazioni. I piani di sviluppo prevedono una grande crescita delle FER ma non è chiaro come questa crescita sarà effettivamente ripartita e quali siano le sovrapposizioni tra i diversi percorsi di investimento.
c) Le politiche di sostegno vanno integrate meglio e razionalizzate. Oggi vi sono troppi rivoli ed è complesso muoversi nella giungla degli incentivi. Inoltre, gli aiuti andrebbero previsti quando servono realmente ed in modalità semplici da fruire.